La sola vista di un bel piatto di pasta vi fa pensare a qualcosa di allegro? Se è così allora avete già una prova del cosiddetto “Effetto Smile”, ovvero del fatto che la pasta rende felici!
A confermarlo uno studio italiano effettuato dal prestigioso ateneo IULM, la Libera Università di Lingue e Comunicazione fondata a Milano nel 1968 da Silvio Federico Baridon e Carlo Bo. In questo articolo vi raccontiamo qualcosa di più, dimostrandovi in che modo un alimento come la pasta contribuisce a rendere la vita delle persone più bella.
Lo studio “Behavior & Brain Lab” realizzato da IULM
Lo studio “Behavior & Brain Lab” realizzato da IULM rappresenta la prima ricerca in ambito scientifico che indaga su come un piatto di pasta può rendere felici, analizzando i meccanismi presenti nel cervello che stanno dietro a questa sensazione.
I ricercatori hanno utilizzato le metodologie ormai collaudate e già utilizzate in altri ambiti delle neuroscienze e del brain tracking, tecniche pressoché analoghe a quelle della macchina della verità. Entrando più nel dettaglio, oggetto dell’analisi sono stati i seguenti comportamenti:
- espressioni del volto;
- attivazioni cerebrali connesse alle emozioni;
- variazioni del battito cardiaco;
- microsudorazione.
Tali fattori sono stati valutati all’interno di un campione comprendente 40 persone, equamente suddivise tra uomini e donne.
L’obiettivo della ricerca? L’individuazione del tipo di reazione emotiva e del relativo coinvolgimento con l’assaggio di un piatto di pasta, a fronte di un confronto con altre attività considerate piacevoli: ascolto di musica, fruizione di una partita di calcio o tennis oppure delle gare olimpiche.
Cosa è emerso dalla ricerca
Sono molti i dati interessanti emersi dallo studio, il quale ha confermato che mangiare pasta è fonte di uno stato emotivo-cognitivo positivo con risultati analoghi, e persino superiori, a quelli legati a sport e musica. Quando la persona consuma un piatto di pasta si trova a rivivere ricordi felici, in particolare inerenti all’ambito familiare.
L’indicatore più degno di nota emerso dalla ricerca dello IULM è il cosiddetto “Happiness Index”, relativo alla felicità sperimentata dal soggetto e riscontrata attraverso l’analisi delle espressioni facciali. Nel campione la pasta ha raggiunto il 76% di sorrisi, a fronte del 75% fatto registrare dalla canzone preferita e dal 54% dallo sport del cuore.
Inoltre, la prima parola che viene associata alla pasta è proprio “felicità” e l’alimento viene considerato come il comfort food dalla maggioranza del target, per l’esattezza da parte del 40%.
Nota finale
I motivi che stanno dietro la condizione di felicità tipica della pasta sono da collegare alla sua capacità di evocare ricordi positivi. Si tratta, del resto, di un alimento consumato fin dalla notte dei tempi nell’area del Mediterraneo, in particolare dal 99% degli italiani per una media di circa 5 volte a settimana.
Lo studio effettuato dallo IULM conferma gli altri dati già disponibili, come quelli inerenti l’impatto dei carboidrati nella soddisfazione delle persone.
Secondo i nutrizionisti, infatti, il triptofano e le vitamine del gruppo B contribuiscono in maniera significativa a far sorridere le persone. Nella pasta, naturalmente, sono presenti in percentuali importanti.
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